I cani della mia vita
Scritta nel 1936, questa sorta di autobiografia intessuta di ironia racconta il rapporto di Elizabeth con i quattordici cani che, testimoni non del tutto silenziosi, le sono stati via via accanto. E proprio attraverso il loro succedersi al suo fianco, “datando” affettivamente i momenti della sua esistenza, l’autrice evoca luoghi, fatti e amori di una vita non comune. Immediato è il collegamento con il fortunato “Giardino di Elizabeth”: sono cambiati i protagonisti – i cani hanno sostituito i fiori e le piante – ma sono rimasti intatti la sensibilità, l’intelligenza, l’anticonformismo con cui lavon Arnim ci mette a parte della sua storia.
Morso e mangiato
“Qual è il migliore segno di affetto che possiamo dare ai nostri amici pelosi? Prenderci totalmente cura di loro! Perché allora non preparargli ‘ciotole’ che siano al contempo appetitose e adatte alle loro esigenze?!” Ad Almo Bibolotti è bastato incrociare l’amore per la cucina con quello per i cani per ottenere il primo ricettario di alta cucina per i nostri amici a quattro zampe. Da sempre appassionato di cucina, ha confermato il suo talento arrivando a giocarsi la finale della terza edizione di “Masterchef Italia”. Al tempo stesso, il suo profondo sentimento per la natura e gli animali lo ha portato a creare insieme alla moglie Giovanna il primo dog’s hotel a cinque stelle a Bari, un luogo progettato a misura di cane, in cui i premurosi padroni possono lasciare a pensione i loro amici pelosi. Con l’obiettivo di accudire al meglio i suoi “clienti”, Bibolotti ha creato una serie di ciotole d’alta cucina con cui coccolarli e nutrirli al meglio. Invece del cibo industriale o, peggio ancora, della cucina degli avanzi, chef Almo ha perfezionato tantissime ricette originali, varie ed equilibrate, talmente gustose che possono tentare più di un essere umano. Chi non assaggerebbe gli arancini di riso, manzo e prezzemolo, il cuscus con verdure e tacchino, il riso soffiato con straccetti di pollo all’ananas, i tortelli di zucca e pecorino, la zuppa di avena e coniglio o un’altra delle gustosissime leccornie descritte e fotografate in questo libro?
Disponibile in eBook a € 9,99
Cani da amare
Età di lettura: da 4 anni.
Le cose più importanti che il mio cane mi ha insegnato
I cani ci insegnano ad accogliere ogni giorno con entusiasmo e ottimismo, ad amare senza remore e a perdonare subito. In cambio di una carezza sulla testa o di una grattatina sulla pancia, i cani ci ricompensano con una riconoscenza illimitata. La gratitudine è il loro stile di vita. Per loro non c’è differenza tra andare alla discarica o passare una notte al Grand Hotel: basta che lo facciamo insieme!
Una misteriosa devozione. Storie di scrittori e di cani molto amati
Quando Jo-fi si raddrizza sulle zampe, Sigmund Freud capisce che la seduta è terminata; Konrad Lorenz insegna ai suoi cani il doveroso rispetto per le oche. Carlo, terranova di pelo scuro, è l’unico essere da cui Emily Dickinson si senta veramente capita; Dino Buzzati possiede e si sente posseduto da tre cani. Nei suoi lunghi anni al confino, Carlo Levi non è mai solo: il suo cane Barone lo accompagna anche dall’arciprete e dal podestà. Petote, il cane di Goffredo Parise, “se non ha l’anima poco ci manca”; Baldo, il cane-filosofo di Franco Marcoaldi, è fonte inesauribile di buonumore. Tra i tanti cani di Franca Valeri, Roro è quello che più ama la vita d’albergo; Giuseppe Tomasi di Lampedusa si sveglia la notte per consolare il suo Crab dai brutti sogni. Françoise Sagan approfitta di un’intervista televisiva per lanciare un pubblico appello, quando il suo inseparabile Youki scompare… Incontri, passioni, avventure: quarantacinque scrittori e i cani della loro vita. “Quello tra scrittori e cani è un legame che ha attraversato la storia della letteratura, benché i musi ispiratori siano spesso rimasti nell’ombra. L’idea di questo libro è proprio quella di mettere in luce una relazione che oltre a essere profonda è anche meravigliosamente misteriosa.” (Chicca Gagliardo)