Fin da ragazzino, Brian Hare vedeva che il suo labrador era in grado di interpretare gesti umani che per i primati, pur così vicini a noi geneticamente, restavano invece segnali incomprensibili. Dunque, si chiedeva, i cani sono i mammiferi più intelligenti del pianeta, dopo l’uomo? In poche parole, sì. Brian ha trovato la risposta a questa domanda dopo anni di studi e di ricerca, in giro per il mondo, cambiando per sempre ciò che sappiamo sul pensiero e sul potenziale cognitivo dei cani. I nostri amici possiedono una “genialità” ben superiore a quella da sempre attribuita loro, che si traduce in capacità deduttive, di ragionamento, di problem solving e perfino di pensiero etico. L’autore, oggi direttore del Duke Canine Cognition Center alla Duke University di Durham (North Carolina), ha guidato studi che hanno dimostrato come, e perché, i cani abbiano un talento nell’interazione con l’uomo che non ha pari in tutto il regno animale. La sua scoperta rivoluzionaria sta trasformando il rapporto con il mondo canino, nonché anche le tecniche di addestramento. Fido prova sensi di colpa? Non capisce o fa solo orecchie da mercante? Vuole le coccole o i croccantini? In questo libro Hare, con la moglie e collega Vanessa Woods, spiega come applicare le nuove scienze cognitive nella relazione quotidiana con il migliore amico dell’uomo.


Titolo: Gli manca solo la parola. Perché i cani sono…
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Sintesi
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