2019-10-18T09:47:54+00:00

Dog Dance

Il Dogdance nasce intorno agli anni ottanta in Canada dove alcuni cinofili che praticavano la disciplina sportiva dell'Obedience pensarono di utilizzare un sottofondo musicale mentre si allenavano con i loro cani. Questo accorgimento arricchì le prove di Obedience le quali risultarono molto più apprezzate. Il Dogdance perciò trae le sue origini dall’unione tra la disciplina dell'Obedience e la musica. Successivamente, visto il successo che otteneva questa variante soprattutto nel pubblico che assisteva, si cominciò a sviluppare un lavoro più articolato e si cominciarono a vedere le prime dimostrazioni di questa nuova disciplina. 

L’ufficialità arrivò nel 1984 quando venne fondata la più importante associazione americana, la W.C.F.O. (World Canine Freestyle Organization). In seguito, questa disciplina sportiva ha cominciato ad espandersi ed è arrivata anche in Europa nei primi anni ‘90. La prima nazione è stata l’Inghilterra e poi la Germania, l’Olanda, la Svizzera, ecc. e infine l’Italia.

La Dogdance consiste nel far eseguire al cane esercizi e figure a tempo di musica, con l’obiettivo di mostrare il cane e il conduttore in un programma musicale creativo, innovativo, originale, usando la musica e movimenti complessi che mettano in evidenza il lavoro di squadra, artistico, scenografico, atletico, e lo stile di interpretazione del tema musicale.
Non è indispensabile che il conduttore sia un ballerino, conosca o esegua passi di danza, nel dogdance la “STAR” principale è il cane e il motivo musicale e la struttura della coreografia vengono costruiti per valorizzare il suo temperamento e le sue particolari caratteristiche.

La Dog Dance per FICSS è fare dei tricks a tempo di musica evitando tutte le figure non naturali, difficili o che possano mettere a disagio il cane. Divertirsi insieme è fondamentale in qualsiasi disciplina, per chi piace la musica questa è la soluzione ideale...

 

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Regole generali della disciplina sportiva

Il Dogdance si suddivide in due categorie sportive:
Freestyle e Heelwork to music.

La categoria Freestyle, come dice il termine stesso, è una prova sportiva che prevede uno schema libero, originale, creativo, senza figure e movimenti obbligatori all’interno del ring (luogo denominato per questa disciplina).

La categoria Heelwork to music, è una prova sportiva che unisce l’obedience non standard e l’arte del dressage. Le figure e i movimenti sono maggiormente legati alle condotte nelle varie direzioni e posizioni e all’interno del ring ci sono dei movimenti obbligatori.

L’importante è sapere che il Dogdance è una disciplina sportiva che deve realmente dimostrare la gioia e il divertimento che unisce proprietari e cani, con rispetto e serietà, senza in alcun modo mettere in ridicolo il cane con figure o movimenti non naturali.

Il Dogdance, come le altre discipline cinofilo sportive già conosciute, aiuta il cane a sviluppare le sue qualità sia fisiche che mentali e, l’umano a capire un po’ meglio il proprio amico a quattro zampe. Il lavoro di “squadra”, migliora la relazione uomo – cane e la capacità di comunicare perché si deve creare nel binomio una forte intesa, fatta di sguardi, gesti, parole, ecc. e questo fa si che vengano forniti innumerevoli opportunità per migliorare la vita quotidiana

Le competizioni di Dogdance si suddividono in prove ufficiali e non – ufficiali:

CLASSI UFFICIALI
classe 1
classe 2
classe 3 - ELITE
classe Junior (conduttori fino a 16 anni)
senior & disabili (cani con più di 8 anni, e cani disabili)

CLASSI NON – UFFICIALI (FUN)
Debuttanti (per cani alla prima gara)
Open (aperta a tutti)
Seniors (cani con più di 8 anni e/o conduttori più di 60 anni)
Trio (1 conduttore con 2 cani)
Quartetto (2 conduttori con 2 cani)
Gruppo (più di 2 conduttori con più di 2 cani)

Jolly (la musica viene sorteggiata nella mattina della gara e si deve improvvisare)
Free (l’organizzatore sceglie liberamente altre classi – per razza, per dimensione, ecc.)

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Associazioni aderenti Dog Dance

FAQ Dog Dance

  • Da quando entrano in vigore i crediti formativi?

    I crediti formativi entrano in vigore dal 01/01/2022 ma, come indicato nel documento abbiamo 2 anni per entrare a regime.

  • E’ obbligatorio il certificato medico per i tesserato che scelgono attività sportive che non comportano impegno fisico?

    Per questi soggetti non sussiste l’obbligo di certificazione sanitaria, ma si raccomanda, in ogni caso, un controllo medico prima dell’avvio dell’attività sportiva. Vi rientrano quelle attività che sono caratterizzate dall’assenza o dal ridotto impegno cardiovascolare: Tiro a segno, a volo, con l’arco, dinamico sportivo, biliardo sportivo, bocce (eccezione volo di tiro veloce), bowling, bridge, dama, giochi tradizionali, golf, pesca sportiva di superficie (eccezione per il long cutting e pesca d’altura), scacchio e curling, aeromodellismo, imbarcazioni radiocomandate, attività sportiva cinotecnica.

  • E’ obbligatorio il certificato medico per i tesserati che non svolgono attività sportiva?

    Non sono sottoposti ad alcuna certificazione sanitaria le persone che siano state dichiarate “non praticanti” dalle FSN, DSA, EPS, anche per il tramite della società o associazione sportiva di affiliazione. Tale specifica qualità dovrà essere espressa all’atto del tesseramento con inserimento in un’apposita categoria all’uopo istituita dal soggetto tesserante

  • L’assicurazione di responsabilità civile è obbligatoria per le associazioni?

    Di responsabilità civile, oltre che in senso lato – come responsabilità derivante dalla violazione di un obbligo di diritto privato e che rientra, quindi, nella sfera dei rapporti fra privati – si parla anche, e soprattutto, per indicare la responsabilità derivante da fatto illecito della quale il Codice civile tratta negli art. 2043-2059. Si parla di responsabile civile per indicare il soggetto che è tenuto al risarcimento del danno cagionato da un altro soggetto. Normalmente la responsabilità civile richiede il dolo o la colpa, a meno che non si versi nelle ipotesi di c.d. responsabilità oggettiva. Per quanto attiene alla violazione dell’obbligo, la responsabilità è contrattuale o extracontrattuale a seconda che la violazione riguardi un precedente vincolo giuridico (quale che sia la fonte da cui questo deriva) o il generico precetto del neminem laedere (art. 2043 c.c.). Di responsabilità civile, in senso proprio, si parla con riferimento alla responsabilità extracontrattuale. FICSS-ASI hanno previsto (inclusa nella quota di affiliazione) anche questa tipologia assicurativa.

    Anche e soprattutto gli Enti di Terzo settore, che si avvalgono di volontari, sia occasionali che non, hanno l’obbligo di “assicurarli contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività di volontariato, nonché per la responsabilità civile verso i terzi” (articolo 18, comma 1, D.lgs 117/17).

  • ASD è tenuta a pagare l’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni?

    L’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni non è dovuta da circoli e da associazioni sportive dilettantistiche per targhe e simili apposte per l’indicazione della sede sociale (art.17, C.1 lett h del d.Lgs.15/1 1/1993 n.507), né per volantini etc, distribuiti a propria cura; (art.17,C.1 lett h del d.Lgs.15/11/1993 n.507).
    E’ dovuta nella misura del 50% se è presente pubblicità (ris. del Ministero delle finanze n.3/3360 del 12/08/1997) per manifesti etc, anche se l’affissione avviene a cura del circolo o dell’associazione sportiva (art. 16,C.1- letta) del D.Lgs.507/97). Il tema dell’assolvimento dell’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni per quelle società sportive dilettantistiche che regolarmente espongono spazi pubblicitari nelle strutture sportive che usufruiscono, per le manifestazioni sportive dilettantistiche, ha sempre creato “attriti” con i Comuni che ne richiedevano spesso il pagamento. Il Dipartimento delle Politiche Fiscali del Ministero dell’Economia e delle Finanze su tale problema con la nota n. 1576/DPF del 3 aprile 2007 ha cercato di chiarire definitivamente le esenzioni dal pagamento del tributo locale in commento. L’articolo 1, comma 128 della legge 23 dicembre 2005, n.266 (Finanziaria 2006) in materia di imposta di pubblicità nei piccoli stadi ha previsto che le disposizioni contenute nel comma 11-bis dell’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n.289, devono essere interpretate nel senso che la pubblicità in qualunque modo utilizzata dalle associazioni sportive dilettantistiche, rivolta all’interno degli impianti con capienza inferiore ai tremila posti e dalle stesse associazioni usufruite, è esente dal pagamento dell’imposta sulla pubblicità.

  • ASD è ESENTE dell’imposta di bollo?

    La legge di bilancio 2019 (L.30/12/2018 n.145) ha modificato l’art. 27 bis della tabella di cui all’allegato B annesso al decreto del presidente della repubblica 26/10/1972 n. 642. La legge ha esteso anche alle ASD e SSD riconosciute dal CONI l’esenzione dall’imposta di bollo precedentemente limitata alle Federazioni: dal 1/1/2019 gli atti, documenti, istanze, contratti nonché copie, anche conformi, estratti, certificazioni, dichiarazioni e attestazioni poste in essere o richiesti dai sodalizi sportivi riconosciuti non saranno soggetti all’imposta di bollo (a titolo esemplificativo: sono esclusi dal bollo il contratto di locazione intestato alla asd e ssd, l’estratto conto del conto corrente bancario, il verbale assembleare di modifica statutaria).

  • Al momento della chiusura di una ASD si può ripartire ai soci più attivi l’avanzo e i beni?

    La ripartizioni di utili in una ASD è assolutamente vietata dalla normativa e pertanto anche dallo Statuto della stessa associazione.

  • A COSA SERVE IL “BILANCIO PREVENTIVO”?

    Nelle ASD come in tutte le altre forme associative, il Bilancio Preventivo serve a dare risalto alla democraticità visto che la tracciabiltà delle spese è rimandata ai membri del C.d.A. da parte degli associati.

  • Una ASD che assuma anche la qualifica di APS iscrivendosi al RUNTS, perde lo speciale regi­me fiscale della de commercializzazione dei corrispettivi specifici di cui all’art. 148, comma 3, TUIR? In tal caso, quale regime sostitutivo le si applica?

    Alle ASD iscritte nel RUNTS non si applica il regime di decommercializzazione di cui all’art. 148, comma 3, TUIR, bensì il regime di decommercializzazione di cui all’art. 85, commi 1 e 2, del Codice del Terzo settore, che è esteso alle prestazioni rese da una ASD ai familiari conviventi dei soci, ma non comprende quelle rese ai tesserati delle organizzazioni nazionali. La tabella sotto pone a raffron­to i due regimi e ne consente la comparazione.

  • Cosa è il RAS? Quali sono le informazioni utili da sapere?

    Sul sito del Ministero di Sport e Salute: Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche

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