🐾 Le origini di un’amicizia: l’uomo e il cane nella preistoria

Studiare i fossili di cane significa ripercorrere la storia di una relazione che ha cambiato il destino di due specie: l’uomo e il lupo, divenuto col tempo cane. Non parliamo di una semplice domesticazione, ma di un’alleanza, frutto di migliaia di anni di convivenza, fiducia e reciproco adattamento.

Nel 2018, il permafrost siberiano ha restituito un cucciolo perfettamente conservato, vissuto circa 18.000 anni fa e battezzato Dogor – che in lingua yakuta significa “amico”. La scienza non è ancora certa se fosse un cane o un lupo, ma proprio per questo Dogor è un simbolo del confine sfumato tra le due specie: una creatura nel mezzo del percorso che porterà al cane domestico.

Dogor rappresenta un punto di svolta nello studio della domesticazione: ci racconta che il legame tra uomo e cane non nacque da un atto improvviso, ma da una lunga co-evoluzione, dove alcuni lupi più socievoli e meno diffidenti trovarono un vantaggio a vivere vicino ai gruppi umani, e questi ultimi trovarono in loro alleati preziosi.

Il più antico fossile di cane confermato è il cane di Bonn-Oberkassel, un cucciolo di circa sette mesi, sepolto 14.000 anni fa in Germania insieme a un uomo e una donna. Le analisi hanno mostrato che il cucciolo soffriva di cimurro e che fu curato e assistito per settimane prima di morire.

Questa scoperta non racconta solo di convivenza, ma di cura e compassione: gli uomini di allora decisero di prendersi carico di un animale malato, nonostante la sua sopravvivenza non avesse più un ritorno pratico. Un segno chiaro che il cane aveva già assunto un valore affettivo.

Negli anni Settanta, nel sito archeologico di Koster (Illinois, USA), furono trovati resti di tre cani sepolti circa 10.000 anni fa, senza segni di macellazione: erano stati deposti intenzionalmente, forse già come membri della comunità.

Un frammento osseo trovato in Alaska, datato 10.150 anni fa, ha rivelato grazie al DNA un’altra storia sorprendente: apparteneva a un cane strettamente legato a un antenato siberiano vissuto 23.000 anni fa. Ciò dimostra che gli uomini e i loro cani attraversarono insieme la Beringia, colonizzando il continente americano. Ancora una volta, seguire i cani ci permette di seguire le rotte dell’uomo.

La scienza discute tuttora su dove e come i lupi siano diventati cani. Alcuni studi indicano una domesticazione unica in Siberia circa 23.000 anni fa, altri suggeriscono più eventi di domesticazione, in Asia orientale e nel Medio Oriente.

Ciò che è certo è che, tra i 20.000 e i 40.000 anni fa, avvenne la divergenza tra i lupi e quelli che diventeranno i cani moderni. Già tra i 17.000 e i 24.000 anni fa si distinguono due popolazioni canine: una orientale (antenata delle razze asiatiche) e una occidentale (antenata dei cani europei e africani).

Analisi genetiche, come lo studio del 2022 su 72 genomi di lupi antichi, spostano indietro l’orologio e indicano che i cani potrebbero essere comparsi già 40.000 anni fa. Altri studi confermano che la domesticazione non fu un evento semplice, ma un processo lungo e complesso, che variò nei tempi e nei luoghi.

Al di là delle date, i fossili e il DNA raccontano una storia inequivocabile: il cane non è stato solo un animale “utile” per cacciare o fare la guardia. Fin dalla preistoria, l’uomo ha riconosciuto in lui un compagno, un essere con cui condividere affetto, riti e vita quotidiana.

Dogor, Bonn-Oberkassel, Koster: ciascuna di queste testimonianze parla di vicinanza, cura e fiducia. È da lì che nasce la relazione che ancora oggi lega i professionisti del settore, i proprietari e chiunque abbia scelto di vivere con un cane.

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