Non è più sufficiente l’addestramento tradizionale nella società moderna. Ce lo spiega Roberto Marchesini. Autore di best-seller sul tema degli animali e dell’etologia, tra i quali “Il galateo per il cane”, “Vivere con gli animali in città”, “Randagio a chi?”, “L’identità del cane”, “Dizionario bilingue Italiano/Cane-Cane/Italiano”, è inoltre collaboratore di numerosi periodici e quotidiani ed è conosciuto dal pubblico televisivo grazie alla partecipazione ai principali programmi su emittenti nazionali. Considerato uno dei massimi esponenti mondiali della zooantropologia, Marchesini partecipa a conferenze e dibattiti, con interventi in università e istituti di ricerca in Italia e nel mondo. Per chi volesse leggere la sua interessante rubrica sul mensile Quattro Zampe, sul numero di febbraio, al momento in edicola, si parla del Cane Tecnologico.
Professor Marchesini, si sente parlare sempre più spesso di educazione del cane. In cosa si differenzia l’educazione dal tradizionale addestramento?
L’educazione sociale del cane rappresenta oggi l’esigenza più sentita da parte dei proprietari. Questi non sono più interessati all’addestramento tradizionale, inteso come ottenimento di prestazioni come la guardia o la difesa, ma chiedono di poter convivere col proprio cane in piena serenità relazionale e con una buona integrazione sociale. I proprietari vogliono sentirsi sicuri quando portano il cane al parco, passeggiando nelle strade affollate, entrando in un bar o in un ristorante, sui mezzi pubblici come in albergo. Per vivere a 360 gradi la propria relazione con il cane è necessario educarlo alla relazione sociale, per far sì che si sappia integrare nel contesto cittadino inserendosi positivamente in tutte le situazioni di interazione sociale. Il cane ha tutti i requisiti per poter vivere accanto all’uomo nelle situazioni più differenti, ma questa sua cittadinanza va costruita attraverso un percorso educativo appositamente studiato.
Per quale motivo solo oggi si è manifestato questo bisogno?
La metropoli contemporanea presenta sempre più dei connotati non sempre facili. Il condominio forza la capacità di convivenza attraverso strettissime condivisioni di spazi; la presenza di altri cani vicini può sollecitare risposte come l’abbaio o la marcatura. Le strade affollate di uomini, cani e automobili richiedono un robusto autocontrollo e la passeggiata rischia di trasformarsi in un’attività difficile e impegnativa. A questo vanno aggiunti due fattori estremamente critici: per prima cosa le persone manifestano una sempre maggiore disinformazione sul modo corretto di interagire col cane; in secondo luogo si registra una crescente tendenza a considerare la presenza degli animali come una moda e quindi con superficialità e inadeguatezza. Per questi motivi, in un periodo di crisi dell’occupazione, una professione che sta conoscendo un sorprendente trend di crescita è proprio quello dell’educatore cinofilo, ovvero di consulente di relazione, capace di favorire l’inserimento del cane all’interno della famiglia e nel consesso pubblico.
Ma come si deve agire per favorire nel cane una buona disposizione sociale?
Per promuovere la prosocialità del quattro zampe occorre non perdere tempo e agire fin dai primi momenti della sua vita. Il cane deve considerare gli individui del mondo esterno – siano persone o altri cani – come amici da incontrare e non come nemici con cui scontrarsi. Il cane è per natura portato alla partecipazione sociale: per lui incontrare, approcciare e interagire con gli altri sono attività dal fascino irresistibile. La relazione sociale, d’altro canto, richiede due qualità di base per trasformarsi in integrazione: la socializzazione, vale a dire la capacità di comprendere gli altri e di saper interagire con loro; la socievolezza, intesa come desiderio, propensione e piacere di incontrare gli altri in un clima pacificato. Non è un problema di razza ma di educazione: il cucciolo deve fare tanto apprendistato sociale e vivere il più possibile delle esperienze positive. Per questo l’affiancamento di un consulente educativo nei primi mesi dopo l’adozione è fondamentale per costruire il carattere del cane.